Centro Nuovo Sorriso Mezzago
Gnatologia

Cefalea, dolori cervicali, dolori facciali vicino all’orecchio, blocchi della mandibola, disfagia, vertigini sono i problemi causati dalle disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare in quanto la bocca partecipa ad importanti funzioni: masticazione, deglutizione, fonazione, stabilizzazione del capo e per contiguità anatomica alla percezione dei suoni. Inoltre l’espressività emozionale si realizza nel viso, nella parola e nel bruxismo diurno e notturno. La centralità sensoriale del capo: dodici paia di nervi cranici e in particolare del trigemino permette di spiegare come il movimento della mandibola che si realizza tramite l’articolazione temporo-mandibolare possa essere coinvolto in tante sintomatologie algiche.
La gnatologia odontoiatrica (dal greco gnathòs=mandibola) ha per oggetto lo studio della bocca e il vincolo dentale ai movimenti della mandibola necessari per realizzare queste funzioni.
I muscoli facciali e del collo, i denti, le articolazioni temporo-mandibolari e più in generale la postura dell’individuo sono coinvolti in tutto ciò sia nei rapporti statici sia dinamici. La crescita del viso si attua con la forza plasmante dei muscoli masticatori orientati sul piano occlusale (ortognatodonzia).

Bite notturno

Il bite è un apparecchio, di norma in resina o di materiale plastico a forma d’arco, da posizionare tra le due arcate dentarie per modificarne il combaciamento senza modificare i denti e la loro disposizione. Applicato in modo rimovibile su una di esse, modifica il rapporto spaziale tra le due arcate e tra le ossa mascellari durante il combaciamento, il momento cioè della chiusura della bocca.
La sua azione é prevalente quindi sulla funzione neuro-muscolare e sull'adattamento articolare a questa.
L’obbiettivo dell’uso di un bite è la possibilità di trovare una corretta posizione mandibolare ed eliminare così il dolore. Nelle malattie croniche quali un'artrite reumatoide, un blocco articolare irriducibile od un disordine neuromuscolare si preferisce prudenzialmente rimandare per quanto possibile trattamenti irreversibili di modificazione dell'assetto dentario sia di tipo ortodontico che protesico; si preferisce invece l'utilizzo a lungo termine di un bite che attutisca gli effetti di una parafunzione o di una iperfunzione del sistema stomatognatico.